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Lo spettacolo è un viaggio teatrale nell’incubo.

Una discesa nella parte più oscura e perturbante del capolavoro shakespeariano. Non si tratta di una messinscena tradizionale, né di un adattamento narrativo: in scena non c’è propriamente la tragedia shakespeariana, ma il suo sogno più nero, la notte più lunga, il rituale che lo possiede. La trama viene svuotata. I legami causali si spezzano. Le psicologie si dissolvono come fumo. Resta la carne. Resta il sangue. Resta il sortilegio.


Macbeth è un uomo intrappolato in un sogno dal quale non riesce a svegliarsi. Tutto intorno a lui si muove come in un delirio: figure oscure, luci improvvise, voci lontane, sussurri, risate che escono dal buio. Gli incubi si fanno corpo, gesto, danza. Il tempo si deforma, si avvita su sé stesso, si ripete. Non c’è più azione, solo trance. Macbeth non è più protagonista: è un iniziato, una vittima sacrificale, un corpo smarrito che attraversa uno spazio che non è più reale, ma simbolico, rituale, ancestrale.

foto Angelo Redaelli

MTM Teatro Leonardo
di e con Corrado d’Elia
dal 23 ottobre al 2 novembre